Il tetto verde

La tradizione dei tetti verdi è antica.
Possiamo attingere dal passato e dalle esperienze di chi faceva dei tetti verdi una necessità per sopravvivere, come ad esempio succedeva nelle Turf house islandesi, abitazioni (e non solo) molto economiche, letteralmente ricoperte di torba (turf), costruite per difendersi dal freddo e dalle intemperie.
Nel tempo le tecniche di costruzione dei tetti verdi si sono molto raffinate e anche l’Italia vanta aziende che producono sistemi per posa in opera o per trasformare un tetto tradizionale in un tetto verde.
I due casi, ovviamente, presuppongono approcci molto diversi tra loro, per i quali è necessario consultare professionisti specializzati.

C’è pure un’altra questione che trovo interessante e che presuppone un’altra sfida tra l’uomo e la natura, oltre a quella di predisporre tecnicamente un edificio ad ospitare la vegetazione: la scelta della vegetazione.
Non è cosa da poco scegliere le piante adatte a vivere bene in luoghi tanto artificiali quanto lo sono gli edifici moderni e contemporanei. Ecco perché chi progetta un tetto verde che sia in opera o convertito deve scegliere se utilizzare un sistema a verde pensile estensivo o intensivo.
La differenza è notevole, perché in un caso la manutenzione è ridotta al minimo, con una ristretta scelta di piante in grado di sopravvivere con pochissime cure e non necessariamente è previsto un impianto di irrigazione (verde estensivo); mentre nell’altro caso si tratta di veri e propri giardini pensili, per i quali si prevede una manutenzione frequente, l’installazione di un impianto di irrigazione e un’ampia scelta di specie vegetali (verde intensivo).

Tra problemi e sfide, possiamo dire che il futuro è dei tetti verdi:
ce lo chiedono la sostenibilità e la visione di una progettazione architettonica sempre più vicina alle tematiche ambientali e ce lo chiede a gran voce l’urgente questione del soil sealing.
Credo che il futuro stia anche nella semplificazione delle tecniche costruttive dei tetti verdi, in modo da favorirne la diffusione a costi contenuti: alla natura per crescere basta poco, sta a noi sapere come fare e quali piante scegliere.
Per approfondire:
http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/manuali-lineeguida/mlg-78.3-2012-verde-pensile.pdf