Il verde verticale

Paesaggiostudio
Il verde verticale interessa a chi progetta, a chi costruisce a chi acquista e a chi lo nota, passeggiando: l’attenzione sull’argomento è, quindi, alta e per questo ci si sforza di definirlo.
Classificare le varie soluzioni molto diverse tra loro per tecnica, dimensione e impiego è un’impresa piuttosto ardua, perché, quando ci sembra di avere finalmente trovato le parole corrette, nuove invenzioni si affacciano sul mercato o nella sperimentazione.

Credo che la prima domanda da farsi, per chi intende lavorare con il verde verticale, sia questa: mi trovo davanti a una soluzione a basso o ad alto impatto?
Ancora più in sintesi: questo verde verticale quanto è sostenibile?
In questo modo possiamo considerare tecniche e materiali, tipo di posa ed efficienza del metodo scelto con più consapevolezza.

Mentre scrivo, nuove ulteriori classificazioni si trovano sui libri e nelle pubblicazioni disponibili sul web: questo ci aiuta sicuramente a capire e a farci un’idea più precisa.
Non scendo nel dettaglio che presto sarebbe superato, ma penso che il dialogo con la parete, la facciata, il muro interno o esterno sia il secondo punto da cui partire per chi ha il compito di scegliere.
Possiamo dire che, anche utilizzando il verde verticale, siamo chiamati a rispettare il linguaggio del contesto.

Chiudo dicendo che in questo nostro paese, celebrato per la bellezza della sua natura, spesso si relegano le piante rampicanti a un ruolo secondario ed è un vero peccato.
Potremmo invece dire che i rampicanti rappresentano il verde verticale…ante litteram e questo perché si sono appunto sempre arrampicati, coprendo elementi vegetali o manufatti creati dall’uomo.
Per approfondire:
https://www.nparks.gov.sg/-/media/srg/files/handbook-1.pdf
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